Scrivo
questo post per condividere con voi la mia gioia nell’aver appreso da questo
articolo apparso sulla versione web di Internazionale (mia rivista preferita di
sempre) che, secondo uno studio di qualche super università americana, scattare
foto e pubblicarle sui social non solo non sarebbe negativo come ci hanno finora
fatto credere, ma anzi migliorerebbe l’umore e ci renderebbe più felici. Bello vero?
Infatti
se negli anni passati mi è capitato di leggere per lo più di studi che
dimostravano quanto gli smartphone avessero distrutto il nostro modo di
guardare davvero le cose, la nostra memoria e i nostri ricordi, adesso sembra
che ci sia una nuova ondata di pensiero secondo la quale questa situazione non
è poi così apocalittica.
Come
chi mi conosce ben saprà , a me Instagram piace e mi piace fotografare le cose
per poi pubblicarle. In realtà il pallino per la fotografia in generale è una
cosa che mi porto dietro da parecchi anni, da molto prima dell’avvento di
Instagram. Con la sua nascita diciamo che, a mio avviso, è diventato solamente
più semplice condividere gli scatti con gli altri ed è stato sdrammatizzato
anche il gesto di fotografare: se prima erano necessarie macchine fotografiche
spesso costose e magari qualche corso di fotografia per imparare ad usarle e
non fare la figura della stupida che si compra la reflex e poi scatta in
automatico, adesso chiunque con il proprio smartphone può catturare un istante
e condividerlo senza tante paranoie.
Ok,
lo so, le foto su Instagram sono per la maggior parte ciò che c’è di più
distante dalle fotografie professionali e qualsiasi fotografo probabilmente
darebbe fuoco alle mie parole se solo fossero scritte su carta invece di
galleggiare nell’etere del web 2.0. Però chissenefrega, che se ne facciano una
ragione i maestri di fotografia, a noi Instagram piace e senza spocchia e senza
pretese rivendico il diritto di poterlo usare senza sentirmi giudicata da
nessuno.
Ma tornando
a noi, dicevo, c’è questo studio che ha rivelato che mentre noi scattiamo foto
per poi postarle sui social guardiamo il mondo in una maniera diversa perché
cerchiamo qualcosa che valga la pena conservare nel tempo. Registrare sullo
schermo dello smartphone un momento della nostra vita scattando una foto sembra
che aumenti la gioia di chi sta vivendo quel momento e soprattutto, tiro un
sospiro di sollievo, non ci sono elementi che facciano presupporre che il gesto
di immortalare un momento impedisca alle persone di viverlo a pieno, anzi
sembra addirittura che valorizzi l’esperienza stessa.
In particolare
lo studio sostiene che non è l’atto in sé di scattare la foto a renderci più
felici, quanto la scelta mentale da cui deriva poi lo scatto finale. Questi risultati
hanno avuto riscontro per diverse tipologie di attività : sono stati svolti test
su turisti a bordo di un autobus panoramico, tra gli avventori di musei e
mostre e persino nella situazione più bersagliata dalle critiche comuni, ovvero
le foto al cibo durante i pasti. I partecipanti allo studio a cui è stato
chiesto di fotografare il cibo mentre mangiavano sono risultati addirittura più
concentrati sull’attività di cenare di chi non lo faceva, mentre i turisti
che scattavano foto dei luoghi visitati si divertivano di più di chi si
limitava ad osservare il paesaggio e i visitatori del museo si godevano
maggiormente l’esperienza se potevano concedersi qualche scatto.
Probabilmente
tra qualche mese usciranno almeno una decina di contro studi che dimostreranno
nuovamente quanto i social network e le foto di Instagram ci stiano bruciando
tutti i neuroni. Fino a quel momento però lasciatemi godere di questa notizia
immaginando il momento in cui qualcuno mi troverà da dire se mi fermo a fare
una foto o commenterà sarcastico se mi vede immortalare un piatto. Pregusto giÃ
l’istante in cui verrà schiaffeggiato con i risultati di questo studio. Com’è
dolce la vendetta. Che goduria la rivincita.