Avevo sentito parlare di questo libro recentemente e oggi per caso l'ho notato nello scaffale di fianco a me in biblioteca.
Dovremmo essere tutti femministi, Chimamanda Ngozi Adichie |
E' un volumetto di appena 45 pagine che si legge nel giro di due pause studio. Dovreste leggerlo tutti perché espone in modo chiaro e lineare molti concetti ed esempi pratici di cosa significhi essere femminista oggi. Smascherando alcuni luoghi comuni affibiati al femminismo, ad esempio il fatto che le femministe "odiano gli uomini", "sono arrrabbiate, aggressive e iraconde", "non si truccano e odiano i vestiti e gli accessori femminili" e altre idiozie, l'autrice, una scrittrice nigeriana vincitrice di parecchi premi importanti, snocciola aneddoti personali e situazioni reali nelle quali si è resa conto che per raggiungere l'eguaglianza e la parità sociale c'è ancora molta strada da fare.
Questo volume è una trascrizione rivista di un discorso da lei pronunciato in occasione di un importante dibattito, nel quale cerca di far capire che il movimento femminista non deve essere solo appannaggio delle donne, anche gli uomini devono fare la loro parte per garantire che le donne abbiano il giusto riconoscimento e il rispetto che spetta loro.
Le differenze di trattamento a livello salariale, lavorativo, di carriera e di aspettative in base al genere, hanno per troppo tempo perpetuato modelli di vita ingiusti e senza accorgerci continuiamo a tenere in vita queste differenze sulla base di una cultura occidentale che per secoli ha messo gli uomini in posizione di vantaggio a partire dalla loro (solitamente ma non sempre) maggiore forza fisica. Al giorno d'oggi ben pochi lavori o incarichi importanti fanno leva sulla forza fisica di chi li svolge: per l'inventiva, la creatività , l'intelligenza e l'abilità non esistono ormoni miracolosi e generi avvantaggiati.
La cosa certa è che se questi modelli sono culturalmente costruiti e tramandati è possibile cambiarli: la cultura è malleabile e modificabile, cambia e si trasforma per far fronte alle esigenze della società . Non deve essere la cultura a determinare gli uomini, dobbiamo cercare di essere noi a determinare la cultura. La rabbia ha dato il via ad importanti cambiamenti, sono convinta che un giorno la rabbia delle donne per l'ingiustizia nei loro confronti porterà ad ottenere i diritti che tutti dovremmo auspicare di avere in una società moderna e giusta.
Qui sotto vi lascio il video del suo intervento. Enjoy!
"...Io sono una femminista. E quando ho cercato la parola nel dizionario quel giorno, questo è quello che diceva: femminista: una persona che crede nell'uguaglianza sociale, politica ed economica tra i sessi.
La mia bisnonna, dalle storie che ho sentito, era una femminista. Scappò dalla casa di un uomo che non voleva sposare e finì per sposare l'uomo che aveva scelto. Si rifiutava, protestava, alzava la voce, ogni volta che sentiva di essere privata dell'accesso, dello spazio, quel genere di cose. La mia bisnonna non conosceva quella parola, "femminista". Ma non vuol dire che non lo fosse. Molti più di noi dovrebbero rivendicare quella parola.
La mia definizione di femminista è:
femminista è un uomo o una donna che dice: "Sì, c'è un problema di genere oggi come oggi, e dobbiamo risolverlo, dobbiamo fare meglio."